A Bologna il Chievo vede i sorci Verdi

In rimonta, con la rabbia (finalmente) tradotta in gioco, il Bologna travolge un Chievo per un’ora credibile e ordinato, poi dedito alle scorrettezze. Per la squadra di Donadoni è la seconda vittoria consecutiva. Una vittoria che non può che soddisfare il tecnico rossoblù, perché frutto di una reazione che ha nella tecnica individuale di Verdi, neo nazionale, e nell’intelligenza temperamentale di Dzemaili i punti più alti. L’esempio dei due “fari” della squadra è contagioso. “Siamo stati ingenui nella sola occasione concessa, chiudere sotto di un gol poteva crearci qualche complicazione – è l’analisi a fine gara di Roberto Donadoni – invece ho visto la reazione, un grande atteggiamento di gruppo, nei gol segnati, ma anche nella fatica fatta rincorrendo un pallone in più. Abbiamo passato un brutto momento, le critiche ci stanno, le accetto, ma qualche aspetto non mi è piaciuto”, confessa a fine gara.

Un’amara sorpresa. Donadoni in avvio prova a sorprendere l’avversario schierando Helander esterno sinistro di una difesa ibrida, ora a quattro, quando Krafth si abbassa, ora a tre, quando lo svedese, più spesso, partecipa al gioco in mezzo. Amaro pensare che la mossa finisce per ritorcerglisi contro: proprio Krafth, a fine tempo, tiene in gioco, questione di centimetri, l’argentino Castro che, cosa rara nel nostro calcio, prima si preoccupa di buttarla dentro, con un delizioso e morbido scavino che elude l’uscita di Da Costa, poi guarda il guardalinee. Senza vederlo, però, perché a quel punto il giudice di linea è circondato da maglie rossoblù.
Nei minuti precedenti, il Chievo ci mette la sua tranquillità, il Bologna i suoi nervi tesi. Il gioco, diciamolo, è corretto, ma il Bologna sente il peso della recente contestazione e della sfilza di cadute interne: un fardello che pesa sulle spalle del marcatore principe della squadra, Dzemaili, al punto da fargli alzare in curva la più comoda delle palle gol, confezionata da Krejci, dopo un capitombolo davvero poco estetico di Destro. Pesa su Da Costa, che va a salvare un angolo coi piedi, ma come un pivellino spalanca la porta a Inglese, fermato in corner da Maietta, sul più bello.

Il Bologna attacca di più, doveri di casa, ma le repliche dei Mussi sono lucide e hanno il pregio della semplicità. Il motivo lo abbiamo spiegato prima. Come quando, col Bologna affannato ancor di più dal gol subito, Inglese si libera di Maietta in uscita spericolata a centrocampo, viene rincorso da ben tre difensori emiliani e cambia gioco splendidamente, creando un due contro uno che pare letale. Prodigioso è Nagy nello scardinare il piano, davanti a Castro.

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