Bologna, Donadoni a Saputo: “Felice di restare e migliorare, se la rosa lo permette…”

BOLOGNA Con il principale appena sbarcato dal Canada, a Roberto Donadoni è impossibile non rivolgere una domanda sul suo futuro a Bologna: «Se parlerò con Joey Saputo? Certo, lo faccio sempre quando viene in Italia. Ma non ho particolare fretta di pensare agli anni futuri. Prima bisogna finire questo campionato, vedere se riusciamo a migliorare rispetto a quello precedente, poi faremo tutti i discorsi del caso. Ho un contratto fino al 2018, sono contento di essere qui. Il mio obiettivo è continuare a crescere col Bologna. Logico sperare che ci sia sempre un traguardo più alto per cercare qualcosa di meglio. Purché la rosa permetta».

Messaggio spedito. Al destinatario, che lunedì inaugurerà la nuova ala del centro tecnico, la facoltà di rispondere. Perché alla fine, prima ancora del derby d’Appennino con la Fiorentina in programma domenica al Franchi, la questione sovrana ruota sempre al progetto e ai necessari acquisti per consolidarlo. Un progetto di cui Donadoni, comunque, sembra l’unico candidato per gli anni a venire. «Sono contento di essere in una società come questa, che pensa a crescere. Ho piedi ben piantati a terra e mi rendo conto che non si diventa grandi in un anno o due. Ci vorrà tempo, ma siamo qui anche per questo».

Della sfida ai viola, invece, solo un rapido accenno: «Sarebbe banale ricordare che vale la possibile terza vittoria consecutiva. Io preferisco pensare che abbiamo l’occasione di migliorare un percorso che abbiamo raddrizzato con le ultime due vittorie, e che abbiamo tutti i mezzi per fare meglio dell’anno scorso. Poi, piano piano, tutti i tasselli andranno al loro posto. Per obiettivi superiori c’è tempo. Ricordiamoci anche da dove veniamo».

In campo, senza Helander (infortunato) né Pulgar (ancora in Cile e comunque squalificato), Donadoni potrebbe confermare il 3-5-2, modulo ormai alternativo al 4-3-3. «Userò giocatori che mi consentano di cambiare senza dover fare stravolgimenti in corso d’opera». Gastaldello, Maietta e Torosidis i più indicati nella retroguardia, con Krejci e Krafth esterni. «Ladislav – spiega il tecnico – mi ricorda un po’ il Biabiany di Parma, pur con caratteristiche e fiuto del gol diversi». Sarà lui, dunque, il cursore che dovrà ispirare la coppia d’attacco, Verdi dietro Destro. E le raccomandazioni, su quest’ultimo, son sempre le stesse: «Deve trovare continuità e serenità. Ma non sono preoccupato se col Chievo è uscito a muso lungo. È normale essere scontenti di una prova così così. Anzi, significa che vuol crescere. Ed è quello che mi auguro da tutti».

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