Bologna, un ristorante e un ostello nell’ex caserma Mameli

Un ostello, un ristorante e un cockatil bar che si affacciano sul cortile interno, dove al centro c’è un albero secolare: stile borgo, forse uno degli ultimi di Bologna, luogo di socialità e incontro. Così rinascerà un pezzo della caserma Mameli che si affaccia su piazza di Porta San Felice, tra i viali e via Saffi. Una cordata di imprenditori e comunicatori bolognesi se l’è aggiudicata all’asta dell’Agenzia del Demanio per 857.250 euro (la base era di 625mila euro), dopo ben 25 rilanci. Tra i nomi degli investori che si sono aggiudicati l’immobile del 1870, quello di Renato Lideo, poi Maurizio Cecconi, Giacomo Berti Arnoaldi Veli e Giorgio Aquila.

Quella della porzione dell’ex caserma Mameli, che era una birreria, ha una lunga storia. Per anni il Demanio ha tentato invano di venderla. Due anni fa si era fatto avanti un giovane professionista, Alfio Bonaccorsi, per la gestione della struttura per 25 anni con l’idea di fare un ostello e una ciclofficina. Un progetto firmato dallo studio Flr Architettura. Il progetto saltò, il Demanio mise nuovamente all’asta l’immobile.

Due gli aspiranti acquirenti, la cordata che ha perso era di immobiliaristi bolognesi. Il progetto «avrà le caratteristiche del Guasto Village» realizzato la scorsa estate in piazza Verdi, spiega Giacomo Berti Arnoaldi Veli. «L’idea è di creare un posto aperto alla cittadinanza sulla base di quella esperienza proponendo arte, cultura, attività sociali». La speranza è di aprire la parte di ristorazione già per la prossima estate. «C’è ancora parecchio lavoro da fare, stiamo cominciando a costruire adesso il progetto» spiega Maurizio Cecconi.

La porzione è di 610 mq e l’edificio che si affaccia sul cortile interno è di due piani. «Vogliamo valorizzare la parte all’aperto sul modello dei cortili interni di New Orleans: il muro a vista, mantenendo il rosso Bologna, strutture in metallo e legno, il giardino come luogo di socialità», spiega Cecconi. In un secondo momento al primo e secondo piano aprirà un ostello. «Nella nostra testa immaginiamo un borgo dedicato a un pubblico giovane e medio giovane con un’importante offerta culturale di spessore artistico».

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