Calcio, il Bologna ricorda il tifoso Pasolini: “Propose a Bulgarelli di fare un film…”

BOLOGNA – Anche il Bologna Football Club, di cui Pasolini era tifoso appassionato e zelante annotatore di imprese, s’unisce al coro dei ricordi per i quarant’anni della morte dell’artista. Sul sito ufficiale del club appare oggi una foto di Pier Paolo Pasolini con Marino Perani, che gli sorride. La accompagna un lungo affresco di citazioni sul calcio e su quel Bologna che, a partire dagli anni ’30, aveva affascinato e segnato per sempre l’immaginario ludico e poetico di Pasolini.

“Ti avverto che domenica il mio cuore è a Milano, insieme a quello grassoccio di Volponi: tutti e due a palpitare fino sull’orlo della trombosi. E mi dispiace che la gioia nostra sarà la tua disfatta…”, scriveva all’amico Vittorio Sereni, poeta anch’egli e fervido sostenitore nerazzurro, a due giorni da un Inter-Bologna finita in realtà in pareggio, dieci anni prima della finale scudetto di Roma. Grazie a Bulgarelli, invece, visse di nuovo l’epopea di grandeur di Biavati e Sansone: “Quando incontrò Giacomo – raccontava Sergio Citti, il protagonista di “Accattone”, primo film di Pasolini – sembrava che avesse visto Gesù Cristo”, e tentò pure di convincere il numero 8 a recitare ne “I racconti di Canterbury”, ma invano.
Pasolini, torna al cinema “Salò” restaurato

Bulgarelli apparve invece, fresco campione d’Italia, nel film-documentario “Comizi d’amore”, indagine sulle opinioni degli italiani in fatto di amore, sessualità e buon costume. “Il Bologna ricorda oggi con affetto e commozione Pier Paolo Pasolini, regista, scrittore, artista ed intellettuale fra i maggiori del Novecento italiano, e appassionatissimo tifoso rossoblù, a quarant’anni dalla scomparsa”, scrive oggi la società rossoblù sul proprio sito internet, preferendo accantonare per un momento la fresca vittoria sull’Atalanta.
Pasolini, torna al cinema “Salò” restaurato

Irresistibile, oggi come allora, il fascino semplice del pallone filtrato dagli occhi di un intellettuale altissimo: “I pomeriggi che ho passato a giocare a pallone sui Prati di Caprara – confessava Pasolini – sono stati indubbiamente i più belli della mia vita. Giocavo anche sei-sette ore di seguito, ininterrottamente: ala destra,

allora, e i miei amici, qualche anno dopo, mi avrebbero chiamato lo “Stukas”. Mi viene quasi un nodo alla gola, se ci penso. Allora, il Bologna era il Bologna più potente della sua storia: quello di Biavati e Sansone, di Reguzzoni e Andreolo (il re del campo), di Marchesi, di Fedullo e Pagotto. Non ho mai visto niente di più bello degli scambi tra Biavati e Sansone (Reguzzoni è stato un po’ ripreso da Pascutti). Che domeniche allo stadio Comunale!”.

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