Il Bologna torna in Serie A, esplode la gioia dei tifosi

la notte magica in 100 secondi

BOLOGNA – Panico, nervi messi a prova estrema fino all’ultimo respiro, e poi finalmente l’urlo liberatorio: il Bologna torna in Serie A dopo una gara delle emozioni pazzesche. A un anno di distanza la squadra torna nel calcio che conta, e pazienza se lo fa dalla porta del retro dei playoff, patendo come non mai.

Un anno vissuto come una punizione, o forse un brutto sogno da cui, alla fine, ci si è risvegliati. Madidi di sudore, in una notte calda e già estiva, ma col sorriso di chi s’è levato un peso da dosso, di chi si risveglia e s’accorge che no, non si stava cadendo in un burrone e che ora si può tornare alla vita reale, quella che t’appartiene. Perché diciamolo, uno stadio con trentamila persone in festa, i milioni d’Oltreoceano, una tribuna vip che conta Luca Montezemolo, Cesare Cremonini, Gianni Morandi, Alberto Tomba e metà del parlamento che fu non è da Serie B. “Merito dei ragazzi” dice mister Rossi, stremato, a fine partita. “Alla faccia di chi ci dava per spacciati”, gli fa eco Maietta.

FESTA IN TUTTA LA CITTA’ – Una gioia incontenibile, quella dei tifosi, che prima invadono il campo al Dall’Ara e poi si riversano sulle strade. Lo scenario ideale della festa non può che essere Piazza Maggiore, mentre lungo i viali impazzano i caroselli e i clacson. Centinaia di persone arrivano sul Crescentone e si uniscono a quelle che c’erano già: si balla, si urla, si canta. E anche a new York esplode la gioia.

I SOCCORSI NELLA NOTTE DELLA A. Purtroppo nella notte della festa ci sono anche tante bottiglie di vetro: un tifoso si taglia a una gamba e deve intervenire l’ambulanza. Un altro, poco dopo, è collassato a terra. Allo stadio Dall’Ara i pazienti sono stati 21, di cui dieci portati al Maggiore: quattro in condizioni di media gravità, due per malori e due per traumi, uno dei quali dopo un volo nel ‘fossato’, sotto i distinti. Altri quattro sono stati visitati in piazza Maggiore, uno portato al pronto soccorso.

UN’ALTRA TRAVERSA SALVA IL BOLOGNA – Come nel gioco dell’intervallo, la traversa vale un abbonamento per la Serie A del 2015/16. A Usa ’94 Pagliuca baciò il palo che lo salvò in finale col Brasile, i tifosi del Bologna forse dovrebbero portarsi con sé la traversa nella festa sotto al Nettuno ingabbiato. Anche stasera nell’occasione che poteva cambiare la storia di una partita e di un campionato, al 91’ Melchiorri sale in cielo, quasi fino alla A, ma la sua inzuccata va sulla traversa, e riscende in B. Ne aveva colpita una all’andata, un’altra, meno clamorosa, pure al 17’. Poi ci mettiamo quella di Castaldo in semifinale.

SANSONE-GOL – La festa inizia prima della partita, cantando assieme al Piccolo coro dell’Antoniano l’Inno di Mameli, entra nel vivo al 37’, quando Torreira interviene goffamente e Sansone non si lascia sfuggire l’occasione di scagliare il suo mancino in rete. Ma si completa solo attorno alle 22,35, al triplice fischio di Fabbri. Perché in mezzo c’è da soffrire tantissimo. Sembra una vita che si sospende. Sembra disegnarla un sadico sceneggiatore, l’azione del gol del pari. Sansone guarda la sua maglia rossoblù o forse blaugrana e s’invola verso la porta da prima del centrocampo dribblando tutti come Messi, ma Fiorillo lo ipnotizza all’ultimo gradino verso la gloria imperitura.

MA L’EX PAREGGIA – Sul ribaltamento di fronte, l’ex di turno Pasquato irride Maietta, s’inserisce e segna. C’è ora paura di vedere sfuggire tutto di mano, l’arbitro Fabbri va a sua volta in confusione distribuendo fischi e gialli un tanto al chilo, come nell’azione che al 60’ porta Sansovini a centimetri dall’1-2. Giusto invece il rosso a Mbaye, che se ne va chiedendo scusa alla curva. Il terrore puro aleggia sul Dall’Ara, trentamila cuori che trattengono il fiato per diversi secondi quando all’85’ Lazzari si trova il pallone della Serie A sulla testa a tre metri dalla porta, ma lo manda su Da Costa. Quasi peggio all’89’ quando Salamon non trova la porta da angolo: c’era fallo sul portiere, ma non per Fabbri. Poi la traversa benedetta del 91’.

L’INCUBO E’ FINITO – Sono passati 393 giorni dal pomeriggio più buio dell’ultimo decennio rossoblù, dal pomeriggio della retrocessione che portava con sé non solo l’amarezza di sprofondare nel purgatorio della B, ma anche l’ombra dell’inferno senza ritorno del fallimento. Da allora tanto è cambiato, rabbia e paura sono diventati speranza e sogni, poi ansia di non farcela, non subito, perlomeno. Nel calcio a volte vincono i più bravi, altre volte i più forti. Stavolta hanno forse vinto i più forti, anche se del Barcellona campione d’Europa il Bologna condivide solo colori sociali simili. Il percorso è stato dissestato e incostante, ma alla fine, nel calcio, contrariamente a tanti altri aspetti della vita, non è tanto importante quel che accade durante la corsa (traverse, prestazioni grigie, sofferenza), quel che conta davvero è ciò che si trova al traguardo. E stavolta si chiama Serie A. Meritata? Sì, no, forse, a chi importa.

Bologna-Pescara 1-1
Bologna (4-3-1-2): Da Costa – Mbaye, Oikonomou, Maietta, Morleo – Casarini, Matuzalem, Laribi– Krsticic (5’st Buchel) – Sansone (22’st Ceccarelli), Acquafresca (18’st Cacia). A disp.: Coppola, Garics, Ferrari, Masina, Bessa, Improta, Mancosu. All.: Rossi
Pescara(4-3-3): Fiorillo – Pucino, Salamon, Fornasier, Zampano – Torreira (34’st Lazzari), Memushaj, Brugman – Politano (1’st Pasquato), Melchiorri, Caprari (1’st Sansovini). A disp.: Aldegani, Zuparic, Abecasis, Pettinari, Selasi, Paolucci. All.: Oddo

Reti: 37’pt Sansone, 11’st Pasquato
Arbitro: Fabbri di Ravenna
Note: ammoniti Mbaye, Torreira, Melchiorri, Acquafresca, Salamon. Espulso Mbaye al 20’st.
Spettatori 31.632

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