Il Dams cancella le feste di laurea: ”Caos ingestibile, proclamazioni on line”

BOLOGNA – Nessuna stretta di mano, nessun docente a dare l’annuncio davanti a fotografi, padri orgogliosi e nonne in lacrime: “La proclamo dottore in…”. E dunque nessuna festa con l’immancabile coretto “dottore, dottore del buco…”, lo spumante a fiumi, i volantini appiccicati ovunque per annunciare l’evento fuori dalle aule e laureati costretti ad andare in giro mezzi nudi o con cartelli-gogna al collo. Il Dams di Bologna ha deciso di abolire la proclamazione collettiva delle lauree triennali e così l’ultima sarà venerdì, trasferita nelle aule di via Ranzani a Economia per proclamare ben 180 neodottori, con tanto di parenti e amici al seguito. Dalla sessione di luglio il voto di laurea sarà comunicato on line nel sito del corso. Un po’ come i cartelloni di fine scuola, ma virtuali. Uno si collega da casa e si autoproclama laureato. Fine della festa in università.

La decisione è destinata a suscitare polemiche, dopo aver fatto, per mesi, discutere i professori della Scuola di Lettere. Lo stesso provvedimento invece non è passato a Scienze della Comunicazione: alla fine di una discussione accesa tra docenti i nipotini di Umberto Eco manterranno la proclamazione di gruppo. Non senza problemi di ordine pubblico e sicurezza. Domani, per la cerimonia nella sede di Azzo Gardino, dove sono previste oltre mille persone per 120 laureandi, sono state sospese le lezioni e allertati i vigili.

Il Dams ha fatto la fuga in avanti, scegliendo la via più radicale. “Gli studenti la prenderanno male”, immagina Claudio Marra, presidente del corso di laurea. Sono loro, gli accademici alternativi, questa volta a spiazzare. Il motivo? La calca per la proclamazione in aule che non riescono a contenere centinaia di persone e il caos che si scatena subito dopo. Ma non solo. La decisione riguarda anche l’opportunità di una cerimonia solenne dopo tre anni di studi considerati solo una tappa intermedia nel percorso universitario. “Ho un’anima damsiana, ma non ho nessun problema a difendere questa scelta che è una presa d’atto di quello che avviene — commenta Marra —. Assistiamo alla rinascita del peggior goliardismo, quello che il Sessantotto aveva spazzato via e che ora rientra dalla finestra nel peggiore dei modi”.

All’inizio il docente di Storia della fotografia era favorevole alla cerimonia pubblica. “Mi sembrava bella. Poi mi sono ricreduto per ragioni logistiche, perché ormai siamo arrivati a livelli incontrollabili. Io stesso sono stato fisicamente aggredito da parenti che non riuscivano a entrare in aula alla proclamazione”. Marra sostiene la scelta, deliberata dal consiglio di corso di laurea e che ora dovrà passare dalla Scuola di Lettere e dal Consiglio universitario nazionale, anche per motivi culturali: “La laurea triennale ormai è un super liceo, non la si può enfatizzare come se gli studenti conseguissero un dottorato a Oxford”. La scelta arriva dopo tentativi falliti di limitare gli ingressi alla proclamazione collettiva. “Avevamo messo il limite di sei inviti, ma nessuno lo rispettava e noi non abbiamo gli strumenti per farlo rispettare”, spiega Marra.

L’obiettivo deliberato dal Dams è arrivare, tra un anno, ad eliminare anche la discussione della tesi, che ora avviene prima della proclamazione pertrasformarla in un esame scritto e in un giudizio dei docenti in commissione. Senza il colloquio con il laureando. Per questo ci vorrà una modifica dell’ordinamento che dovrà passare dagli organi ministeriali come il Cun. Un passaggio formale, che non dovrebbe trovare ostacoli secondo il presidente della Scuola di Lettere Costantino Marmo. “Quando i numeri diventano ingestibili non c’è altra strada – dice – capisco la scelta del Dams”.

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