Ius soli, Gentiloni: “È arrivato il momento di considerare italiani i bambini nati qui”

Bologna, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è accolto in un gremito Salone del Potestà dal direttore di Repubblica Mario Calabresi, dal giornalista Claudio Tito. E dai volti di Richard, Jason, Jibrill, Numayer, Israa, Ryan, Nebeyate, Fallou, Viola, Ghizlan, Francesco Joseph, tutti i bambini di Ehi, lo sai che (non) sei italiano? il video online sul nostro sito, dove in pochi minuti raccontano le loro passioni, i sogni, la vita. “Per me io sono cittadino italiano, voglio solo che lo capite”, dice Arua. È uno degli 800 mila piccoli nati in Italia da genitori stranieri che parlano e studiano in italiano, che vanno a scuola, parte di quella giovane umanità senza diritto di cittadinanza.

“È arrivato il tempo di considerare questi bambini come cittadini italiani. Mi auguro che succeda in fretta, già nelle prossime settimane, perché è un atto doveroso di civiltà”, dice Gentiloni. “C’è una parte del Parlameno e dell’opinione pubblica italiana che è diffidente. Ma non bisogna avere paura. Chi acquisisce la cittadinanza ottiene i diritti però abbraccia anche i doveri. Non bisogna lasciare spazio all’idea che con questa decisione noi sottovalutiamo l’importanza della nostra cultura o identità, e proprio per questo abbiamo la forza di aprirci e di estendere la cittadinanza a tanti bambini che ne hanno il diritto”.

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