RepIdee, a Bologna chiude un festival da record

“Corri cavallo, corri ti prego, fino a Samarcanda io ti guiderò, non ti fermare, vola ti prego, corri come il vento che mi salverò”. Sono state le note e le parole della splendida Samarcanda di Roberto Vecchioni, riecheggiate nello scenario incantato di una piazza Maggiore gremita, a chiudere ieri a Bologna la Repubblica delle Idee 2017, un’edizione destinata ad entrare negli annali per la straordinaria accoglienza che i bolognesi hanno riservato ai tanti ospiti che si sono susseguiti nel corso della quattro giorni. Sintomo inequivocabile della grande voglia di partecipazione dei cittadini e dei lettori, una comunità che ormai da sei anni si ritrova nell’appuntamento nato nel 2012 proprio nel capoluogo emiliano.

I numeri. Il festival quest’anno ha visto numeri importanti: quasi 200 relatori provenienti da tutto il mondo, oltre 90 appuntamenti distribuiti tra piazza Maggiore, Palazzo Re Enzo, piazza Santo Stefano, piazza Minghetti, il centro San Domenico, oltre ai 24 workshop tenuti al Mast, la Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia, il cuore della ‘Repubblica del Fare’, la grande novità di questa edizione. Le code lunghissime hanno dato la misura della partecipazione popolare: decine di migliaia di persone hanno sfidato la canicola di giugno per assistere agli eventi, soltanto nelle piazze oltre 30mila persone. Una grande festa vissuta in tranquillità grazie ad una importante macchina organizzativa e al prezioso lavoro delle forze dell’ordine.

Bologna capitale della letteratura. “Vorrei morire con le dita sporche d’inchiostro”. La confessione di Vargas Llosa, il premio Nobel della Letteratura intervistato dal direttore di Repubblica Mario Calabresi, è stato uno dei momenti più toccanti di una quattro giorni che ha visto i grandi nomi della letteratura italiana e mondiale alternarsi sul palco. Lo scrittore peruviano era stato anticipato, martedì 13 giugno, da Arundhati Roy, che allo Stabat Mater, aveva parlato del suo ultimo romanzo “Il ministero della suprema felicità”. E poi l’appassionato racconto della Brexit di Ian McEwan, che ha paragonato l’incendio di Londra ad un “11 settembre inglese”, Alessandro D’Avenia che ha parlato di giovani e futuro attraverso Leopardi e l’Odissea e ancora la generazione Z di Mazzariol, Paolo Cognetti e le montagne viste come “rifugio al caos del mondo” e ancora Valeria Parrella, Francesco Piccolo, Christian Salmon, Zadie Smith e Roberto Saviano, protagonista della serata di venerdì, che ha spiegato “perché il Sud Italia è in una condizione drammatica” e perchè è fondamentale raccontare questa realtà.

La politica. I grandi nomi della politica italiana hanno scelto il palco di Repubblica delle Idee per affrontare temi di attualità e provare ad spiegare la loro visione del mondo. A cominciare dalla dura polemica sullo ‘ius soli’: un provvedimento difeso sia dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che dal ministro dell’Interno Marco Minniti. Così come dal segretario della Cei Nunzio Galantino e dalla presidente della Camera Laura Boldrini che è tornata anche sul tema migranti, ribadendo il dovere, “antico quanto l’uomo”, di salvare vite in mare e ha messo in guardia da chi ‘avvelena i pozzi’ e getta discredito sulle Ong che operano nel Mediterraneo. Lunghe code per assistere all’incontro con l’ex premier Romano Prodi, di casa a Bologna, che è stato protagonista anche della social top ten dello show di Diego Bianchi alias Zoro. Grande commozione e un lungo applauso hanno chiuso l’incontro del presidente del Senato Pietro Grasso che ha ricordato Giovanni Falcone e Salvatore Borsellino e quei maledetti ‘57 giorni’ che separarono nel 1992 gli attentati che costarono la vita ai due magistrati. “La mafia non vincerà”, è stato il commento finale di Grasso.

Tra gli ospiti di questa edizione anche l’ex premier Enrico Letta e il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Il titolare dell’Economia Pier Carlo Padoan ha invece annunciato che “l’Italia non è più in recessione” e ha sottolineato la necessità di una “Ue che non si occupi più solo di banche e finanza”. La politica è stata protagonista anche di tanti incontri in cui si è parlato dell’avvento dei populismi e dei nuovi scenari della politica internazionale soprattutto alla luce “dell’effetto Trump”. Tra gli ospiti che hanno provato a dare una visione che permetta di ‘orientarsi nel disordine del mondo’ (come recita il titolo di questa edizione di Repubblica delle Idee) ci sono stati Massimo Cacciari, Michele Ainis, Ilvo Diamanti, Piero Ignazi, Vittorio Zucconi, Maurizio Molinari, Marco Revelli, Siegmund Ginzberg, Bernardo Valli e il giurista Gustavo Zagrebelsky, protagonista anche di un dialogo musicale con il violoncellista Mario Brunello. Spazio alla politica internazionale anche con Gabriele Del Grande, il reporter trattenuto in carcere per 15 giorni in Turchia, e una serata dedicata a Giulio Regeni con i suoi genitori determinati ad andare fino in fondo nella ricerca della verità sulla tragica fine di loro figlio.

Scienza e Tecnologia. “Nel 2023 l’uomo potrebbe tornare sulla luna”. Samantha Cristoforetti ha catapultato, almeno con la fantasia, il pubblico di RepIdee nello spazio e ha svelato il progetto a cui sta lavorando, la realizzazione di una stazione orbitante intorno alla Luna che “potrà essere un punto di partenza verso Marte”. Chissà che non sia proprio Astrosamantha ad essere la capofila di questa nuova missione spaziale. Tra i relatori di Bologna anche Giorgio Metta, vice direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, e Guido Tonelli, professore di Fisica a Pisa e portavoce dell’esperimento Cms al Cern di Ginevra che ha portato alla scoperta del bosone di Higgs. Richard Gingras (Google News) ha parlato dei nuovi scenari dell’informazione digitale, mentre Diego Piacentini, commissario del governo per l’Agenda digitale, ha spiegato come con gli open data e i servizi digitali si possano combattere efficacemente la corruzione e l’evasione fiscale.

Serata speciale. Sabato 17 giugno Repubblica delle Idee ha visto una serata speciale, prima con il surreale discorso di Alessandro Bergonzoni dalla Torre degli Asinelli, ascoltato da una folla enorme, e poi da “I due treni della Rivoluzione”, il racconto della Rivoluzione russa di Ezio Mauro, che, partendo dall’omicidio di Rasputin, ha ripercorso la presa del Palazzo d’Inverno, un episodio destinato a cambiare la storia del ‘900.

Tutto questo, e tanto altro, è stata Repubblica delle Idee Bologna, una grande festa del pensiero, della parola, della cultura, della musica, quattro giorni in cui il giornale si è fuso con la sua comunità di lettori, diventando una sorta di giornale ‘parlato’, un’occasione di confronto, dibattito e ascolto di cui c’è sempre più bisogno nell’epoca del ‘villaggio globale’. Per ora, ma solo per ora, Repubblica delle Idee finisce qui e vi dà appuntamento alla prossima edizione.

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