Unioni civili manifestazione oggi a Bologna.

E’ ORA DI essere CIVILI

23 gennaio Piazza Nettuno ore 16.00 Bologna

A pochi giorni dall’inizio della discussione in Senato del ddl Cirinnà (prevista per martedì 26 gennaio), in Emilia ci sono almeno cento coppie (tante sono quelle associate al network delle famiglie arcobaleno) che aspettano le decisioni del parlamento per poter “rendere più semplice e giusta” la vita dei loro figli. Una ventina di loro abita a Bologna e l’appello che mandano è quello di scendere in piazza Nettuno oggi pomeriggio, alle ore 16, muniti di sveglia, per la manifestazione intitolata appunto “Sveglia Italia, è ora di essere civili”. Una manifestazione in contemporanea con altre città d’Italia promossa dalle associazioni Lgtb nazionali (Arcigay, ArciLesbica, Agedo, Famiglie Arcobaleno e Mit).

Una piazza per chiedere uguali diritti per le coppie omosessuali e per i figli che crescono in queste unioni, che fa da controcanto a quella del Family Day, in programma il 30 a Roma. Se nella capitale il Pd si divide sulla “stepchild adoption”, cioè l’adozione del figlio del partner da parte del membro della coppia che non è genitore naturale, a Bologna secondo la presidente della conferenza delle donne Federica Mazzoni, “la posizione del partito è chiara, è a favore del disegno di legge Cirinnà, ed è scritto nero su bianco nel documento che ha chiuso la conferenza programmatica. Chi dice qualcosa di diverso lo dice a titolo personale”.

Non solo la stessa Mazzoni sarà in piazza sabato, ma nella sede del circolo Pd del Pratello è stata organizzata una “merenda arcobaleno” per domenica pomeriggio (via del Pratello 90 ore 16) aperta a tutti i bimbi, “per poter giocare, conoscersi, e dimostrare nei fatti – spiega Mazzoni –
che le famiglie arcobaleno sono accoglienti e piene d’amore come quelle omogenitoriali”. Ci sarà il senatore Pd Sergio Lo Giudice, presidente onorario Arcigay, insieme al suo bimbo, e ci saranno attivisti con le loro famiglie, di ogni genere, tra coloro che vedono nel ddl Cirinnà solo il primo passo. “La cosa giusta è il matrimonio ugualitario – sottolinea Mazzoni – ma questo è già un primo passo avanti”. Che si fa largo anche nelle piazze.


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