Ateneo di Bologna, oltre 600 matricole escluse dagli studentati

Le lezioni a Filosofia sono già partite, ma lui non ha un posto letto dove stare a Bologna. E così è rimasto a casa sua, ad Avellino. Studia a distanza. “La situazione alloggi è drammatica, mi sa che il primo semestre lo farò così: mi faccio mandare gli appunti e seguo le lezioni on line, ma perdo tutto il resto. I seminari, la vita universitaria. Non è giusto. Ho scelto Bologna per la fama che ha l’ateneo, per il modo in cui si affronta lo studio delle materie letterarie. Avessi saputo di queste difficoltà sugli alloggi, avrei scelto un’università vicina”. Gabriele Esposito Guido, 19 anni, è uno dei tanti esclusi dagli studentati.

Sono 623 gli universitari ad oggi rimasti fuori: avrebbero diritto ad entrare, per basso reddito, ma il posto non c’è. L’emergenza casa a Bologna esplode, mai così tante matricole sono idonee, ma non beneficiarie di un posto letto nei collegi gestiti da Ergo, l’azienda regionale per il diritto allo studio. Via social corre la rabbia.

Le assegnazioni scadevano il 15 ottobre, ma sono state prorogate a fine mese, nell’attesa di veder liberati ulteriori posti da chi nel frattempo si laurea. Intanto gli esclusi devono presentare l’attestazione di domicilio entro il 15 novembre, per non perdere anche il diritto ad avere la borsa di studio da fuori sede: 5.371 euro. La deroga c’è sino a gennaio, ma con una mora e il rischio che la borsa non sia pagata se mancano i fondi.

“E’ stressante avere solo un mese per trovare una sistemazione”, dice Gabriele. “L’assurdo è che non puoi cercare casa fino al termine delle assegnazioni degli studentati. E dopo, se la risposta è negativa, non trovi nulla. Non so come fare, faccio appello a chi ha un posto letto. E ad Ergo e Università affinché risolvano la situazione”.

Michele Corvino, 26 anni, di Foggia, ha già frequentato il primo anno della magistrale a Scienze politiche. Ha fatto il pendolare da Forlì, perché casa a Bologna non si trovava. “Non c’è coordinamento tra Ergo e Ateneo sulle scadenze, non riesci a fare le domande nei tempi giusti”. Quest’anno ci ha riprovato, nulla da fare: “Pur avendone diritto, dovrei scalare la graduatoria di cento posti. Impossibile. Sono disposto anche a spostarmi in provincia, ma i prezzi sono folli”, ovvero 500 euro chiesti per una stanza a Castenaso, 370 ad Anzola.

Nella vetrina alloggi di Ergo c’è un solo annuncio: 440 euro per un letto in una stanza doppia a Casalecchio. “Vengo da un contesto che non è dei più facili – si sfoga Michele – se non hai un supporto sei scoraggiato a studiare qui. Io avrei voluto concludere il mio percorso senza chiedere aiuto ai miei, il diritto allo studio deve essere garantito”.

Il collettivo Link ha sollevato il tema dell’emergenza abitativa anche in senato accademico e ha scritto una lettera aperta ad Ergo, all’assessore regionale Patrizio Bianchi e agli assessori comunali Virginia Gieri e Matteo Lepore: “Vogliamo portare l’attenzione sul tema, troppo a lungo ignorato, dell’annuale, drastico, aumento di studenti idonei e non beneficiari di posto alloggio in studentato pubblico. Il numero di studenti idonei che non potranno usufruire di un posto letto in studentato, per l’anno accademico in corso, saranno più del doppio dell’anno precedente”.

Se il fenomeno della crisi sugli alloggi per gli studenti è noto, le soluzioni ancora non ci sono. Paradossalmente la pressione delle matricole sugli atenei emiliani aumenta grazie a una politica di diritto allo studio favorevole. Quest’anno le domande per gli studentati segnano un + 19% in Regione e un + 21% a Bologna.

Tra gli esclusi, precisa Ergo, ci sono 210 studenti che ancora non risultano iscritti e 116 che hanno pagato la prima rata, poi sospesa per difetto di documentazione. La situazione è fluida. Ma non tutti ce la faranno. Manuela, 25 anni, altra esclusa: si è laureata due giorni fa a Cagliari, a Bologna viene per la magistrale in pedagogia clinica. “È difficilissimo trovare ora una casa. Hanno anche tentato di truffarmi, chiedendomi un acconto di 100 euro per una stanza che non esisteva. Sono disperata”.

X