È morta Laura Antonelli, ha fatto sognare gli italiani

Con le sue vestaglie succinte, le calze con la riga, le curve morbide e il viso indimenticabile aveva fatto sognare gli italiani degli anni Settanta. E’ morta a Ladispoli, vicino a Roma, nella casa in cui viveva sola, l’attrice Laura Antonelli. Avrebbe compiuto 74 anni a novembre. A dare l’allarme stamattina è stata la donna delle pulizie. È stato un infarto a portarsela via. La popolarità con film cult come Malizia di Salvatore Samperi (1973) e Sessomatto di Dino Risi, il titolo di icona sexy del nostro cinema, i film dei grandi maestri come Visconti, Scola e Patroni Griffi. Sarà sepolta a Ladispoli, come da sue volontà. Per stabilire il giorno delle esequie si attende l’arrivo del fratello Claudio dal Canada”. Fra i molti messaggi di cordoglio, quello del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini per la scomparsa di “un’attrice di rara bellezza e di grande bravura del cinema italiano” e ricorda “le sue tante interpretazioni di successo che nel corso della sua ricca carriera le hanno reso importanti riconoscimenti”.

Caroselli e fotoromanzi. Laura Antonelli, vero nome Laura Antonaz, era nata a Pola, da una famiglia istriana, il 28 novembre 1941. Giovanissima si trasferisce a Roma per diventare insegnante di educazione fisica. Ma grazie ad alcuni caroselli comincia a lavorare nei fotoromanzi. Il debutto nel cinema a 25 anni con Le sedicenni (opera prima di Luigi Petrini, 1966) presto seguìto da altri film che rivelano il suo irresistibile sex appeal. Aria dolce e uno sguardo sognente conferitole in parte da una forte miopia, nel ’71 conquista il cuore di Jean-Paul Belmondo durante le riprese di Gli sposi dell’anno secondo (Jean-Paul Rappeneau). Con l’attore francese inizia una lunga relazione che durerà, fra crisi e riavvicinamenti, nove anni. Che raggiunto a Parigi dalla notizia ha detto: “E’ con profonda tristezza che ho appreso della morte di Laura Antonelli. Laura fu per me prima di tutto una compagna adorabile, dallo charme eccezionale. Di lei conservo solo ricordi meravigliosi”.

Malizia, il boom.  Il primo grande successo da protagonista è con Il merlo maschio(1971) di Pasquale Festa Campanile, commedia erotica in cui recita accanto a Lando Buzzanca. Poi arriva l’exploit di Malizia di Salvatore Samperi, nel ’73. Il produttore Clementelli avrebbe voluto Mariangela Melato ma il regista fece pressioni per la Antonelli, che aveva visto proprio in Malizia. La scelta viene premiata con un incasso di 6 miliardi di lire. La Antonelli entra nell’immaginario erotico degli italiani grazie anche alla fotografia di Vittorio Storaro che ne valorizza la bellezza. Il personaggio di Angela le vale un David di Donatello e un Nastro d’argento. Attraversa gli anni ’70 esibendo sullo schermo le sue forme senza veli (“In fondo ci spogliamo tutti una volta al giorno” diceva), arrivando a moltiplicarsi nei divertenti episodi di Sessomatto (Dino Risi, 1973). Sotto la guida di registi come Giuseppe Patroni Griffi (Divina creatura, 1975) o Luchino Visconti (L’innocente, 1976) affronta con successo ruoli più drammatici e impegnativi, senza mai rinunciare all’arte della seduzione.Nell’81 si fa rubare la scena da un’attrice meno bella di lei, la brava Valeria D’Obici, (Passione d’amore, Ettore Scola, 1981). Per assicurarsi le grazie del giovane figlio di Sean Connery, Jason, si trova a fare ancora i conti con una rivale insidiosa e attraente come Monica Guerritore in La venexiana(Mauro Bolognini, 1985).

Gli anni Ottanta. Superati i 40 anni gioca a conquistare i comici più popolari del cinema italiano. Anche se un tipo come Diego Abatantuono ce la mette tutta per resisterle (Viuuuulentemente…mia, Carlo Vanzina, 1982) e Maurizio Micheli viene interrotto sul più bello dall’arrivo di suo marito Adriano Pappalardo (Rimini Rimini, Sergio Corbucci, 1987). Dell’87 anche la commedia Roba da ricchi di Sergio Corbucci con Lino Banfi con il quale aveva già girato – sempre con Samperi – Peccato Venialenel ’74, uno dei pochi attori che ha continuato a frequentare nei tempi recenti, quando la scelta dell’isolamento e alcune disavventure l’avevano isolata da tutti.

La droga, il flop, l’addio. Nel ’91 i guai con la giustizia. Nella sua villa di Velletri i carabinieri trovano 36 grammi di cocaina. L’attrice viene arrestata e portata nel carcere di Rebibbia. Resterà in cella qualche giorno, poi i domiciliari. Un’esperienza dalla quale non si riprese. Condannata una prima volta a tre anni e sei mesi verrà poi assolta, quasi dieci anni dopo, quando le sarà riconosciuto il fatto che la droga era per uso personale. Proprio nel ’91 aveva cercato di rinverdire le glorie d’un tempo. Samperi la ingaggiò per un sequel del film-cult, Malizia 2000, ancora con Turi Ferro. Il film fu un fiasco al botteghino. L’attrice, che durante le riprese si era fatta fare delle iniezioni di collagene al viso, ebbe una reazione allergica che le deturpò i lineamenti. Di lì a breve la decisione di ritirarsi dalle scene per sempre. Le cronache tornano a parlare di leiquando l’amico Lino Banfi si cimenta in una battaglia per farle ottenere la legge Bacchelli. Lei risponde con una lettera in cui chiede di essere dimenticata.

“Ora cammini libera e ti perdi tra la gente…”. È la dedica di Simone Cristicchi che proprio per lei aveva scritto una canzone. Il cantautore era rimasto affascinato dalla storia dell’attrice e aveva iniziato ad andarla a trovare, qualche volta, dopo averla eletta a musa ispiratrice di una canzone: “Ma mi batte forte il cuore/ se ripenso alla bellezza/ che fermava gli orologi/ congelava ogni secondo/ che davanti alla tua grazia/si inchinava tutto il mondo (…) Le tue curve così dolci/ date in pasto alla gente/ il tuo corpo da vendere/ al migliore offerente/ circondata da fantasmi/ e da miseri pidocchi/ eri carne da pellicola/ da masticare con gli occhi.

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