Tra politica e letteratura perché il futuro sarà scritto dalle ragazze

«Carichiamo le interviste su Avid, che poi magari un giorno faremo un film», ha detto Esmeralda un pomeriggio di quattro anni fa, ed è stato quello il momento in cui molte di noi hanno sentito dire “Avid” per la prima volta. «È un programma di montaggio, Avid». Ah. Nessuna ci ha fatto caso, lì per lì, perché l’idea di fare un film ci pareva, allora, qualcosa come dire poi magari andiamo tutte a vivere in una casa sulla spiaggia e non usiamo più i telefoni. Un’idea magnifica e irrealizzabile, una cosa detta per farci sorridere. Infatti abbiamo riso. Erano giorni, quelli, in cui si cominciavano appunto a “caricare in Avid” le prime cento delle mille interviste che avremmo realizzato – che speravamo di realizzare. Il traguardo: mille donne italiane, da cinque a cento anni. Le ascoltiamo, iniziamo facendo a tutte le stesse domande poi le lasciamo parlare. Il film che stiamo chiudendo in questi giorni e di cui in apertura della Repubblica delle Idee – giovedì 15, alle 17.30, all’inaugurazione della Festa – racconteremo e mostreremo qualche frammento di lavoro è nato in un certo senso allora. A raccogliere le interviste ci abbiamo messo tre anni, perché è vero che eravamo in venti ma ciascuna di noi aveva molto altro da fare – un lavoro, per esempio – e quello non era un lavoro: era un desiderio, un bisogno, un’idea da far crescere in comune, un modo per imparare, un’impresa non commissionata da nessuno.

A proposito di imparare, infatti, abbiamo imparato le une dalle altre a usare Avid, a mettere a fuoco la telecamera senza dimenticare di attaccare l’audio, a fare in un’intervista le domande più crude e dirette senza perdere la gentilezza, a redigere un bilancio, a fare un piano di produzione. Quando le ore di girato sono state mille, e le interviste davvero altrettante, ne abbiamo scelte quattrocento e abbiamo prodotto una seria lunga un anno per il web. Clip di pochi minuti. “Cosa pensano le ragazze” è stato online sulla homepage di Repubblica (è tuttora lì, insieme al blog, in archivio) fino al marzo scorso e cinque milioni di persone hanno visto, complessivamente, quei video. Poi è venuto il film. Le parole inascoltate – inedite – delle donne più grandi, specialmente, ci sono sembrate preziosissime: libere, coraggiose, spregiudicate, piene di storia e di speranza. Le bambine e le donne grandi, ugualmente. Esmeralda Calabria ed Emanuelle Cedrangolo hanno cominciato a montare piccole storie. Lievito madre – le ragazze del secolo scorso è arrivato così, prodotto in crowdfunding solo a coprire le spese. Le parole delle donne del secolo scorso, il lievito madre del nostro tempo, si intrecciano con le immagini dei filmini di famiglia delle autrici, che di quelle donne potrebbero essere figlie e nipoti. Immagini domestiche, sorprendenti e poetiche, di persone anonime che danno corpo a un racconto collettivo: le identità di donne celebri si intrecciano alle altre e si confondono come in un coro – ciascuna diversa, tutte insieme la voce del tempo. Molte interviste sono esclusive, tutte sono inedite. Nada, Natalia Aspesi, Benedetta Barzini, Luciana Castellina, Adele Cambria, Giovanna Marini, Giulia Maria Crespi, Inge Feltrinelli, Lea Vergine, Piera Degli Esposti, Cecilia Mangini, Emma Bonino e poi Esterina, mondina, Giovanna, contadina sarda, Bebi, casalinga. Parlano di giovinezza, lavoro, amore, corpo, famiglia, vecchiaia, bellezza. Insieme a molte delle autrici delle interviste e alle curatrici del film saranno con noi giovedì a Bologna sul palco Natalia Aspesi e Nada, due delle protagoniste assolute di Lievito Madre. Una festa, averle due volte: dal vivo e sullo schermo. Parleranno tra loro e con noi, di ragazze e d’altro. Vi aspettiamo con allegria.

di CONCITA DE GREGORIO 

Fonte: La Repubblica.it

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