Scorsese il restauratore: “Grazie a Marilyn ho cominciato a salvare i film”

LOS ANGELES – Martin Scorsese è uno dei pochi registi a essere anche un autentico conoscitore del cinema e della sua storia, è praticamente un’enciclopedia vivente della settima arte. Non solo ama e studia il cinema di tutto il mondo, ma s’impegna da molti anni affinché le pellicole non vengano distrutte dal passare del tempo. Grazie alla sua Film Foundation, creata nel 1990, e alla World Cinema Foundation, che fondata nel 2007 per il restauro e la salvaguardia di capolavori non solo americani ma di ogni paese non provvisto di strumenti per la conservazione del proprio patrimonio cinematografico. Non è un caso quindi che il leggendario regista di New York, 72 anni, abbia accettato di far parte del consiglio direttivo del Festival del Cinema Ritrovato di Bologna, giunto alla 29ª edizione, accanto a colleghi quali la sua montatrice Premio Oscar Thelma Schoonmaker e al regista Alexander Payne. Il festival bolognese si svolgerà dal 26 giugno al 3 luglio, con film proiettati sullo schermo in piazza Maggiore e in tre sale cittadine, tra cui una chiamata proprio Sala Scorsese.

Mr. Scorsese perché ritiene importante il festival bolognese?
“Il Cinema Ritrovato permette al pubblico di scoprire e riscoprire vecchi film importanti. E il suo grande merito è far vedere film come dovrebbero essere visti” dice il regista, da New York dove sta montando il nuovo film Silence. “Molti dei lavori in cartellone a Bologna sono stati restaurati dalla Cineteca di Bologna in partnership con la mia Film Foundation e il World Cinema Project. Quando mi hanno chiesto di unirmi al “board” non ho esitato un momento ad accettare”.

Fra i film presentati quest’anno ci saranno “Casablanca” (1942) di Michael Curtiz, che verrà introdotto da Isabella Rossellini, “Ascensore per il patibolo” di Louis Malle (1957), “Il terzo uomo” di Carol Reed (1949), “Rocco e i suoi fratelli” (1960) di Luchino Visconti e 150 cortometraggi muti accompagnati dal vivo da un’orchestra. Fra le sorprese il film “Woman on the run” (“Il mistero del marito scomparso”) di Norman Foster del 1950, di recente restaurato dalla Film Foundation in collaborazione con la Hollywood Foreign Press Association. Che rapporto c’è fra la Cineteca di Bologna e la sua Film Foundation?
“È un rapporto molto stretto. L’Immagine Ritrovata è uno dei più importanti laboratori di restauro cinematografico nel mondo. Capace di intervenire sulle pellicole di ogni epoca, a differenza dei laboratori degli studios americani, che lavorano sulle grandi produzioni contemporanee. Con il laboratorio di Bologna abbiamo restaurato molti titoli che il pubblico ha visto nel corso del festival, come La dolce vita di Fellini, che tutti sanno quanta influenza abbia avuto sul mio lavoro. Abbiamo anche restaurato Tanses del regista marocchino Ahmed El Maanouni, che avevamo presentato a Cannes nel 2007 quando lanciammo l’intero progetto “.

Perché la scelta di “Woman on the run”?
“Ci sono tanti film meravigliosi di Hollywood che ancora devono essere scoperti. Abbiamo solo visto i fantasmi di certi film, l’immagine di una copia di un duplicato. Come secondo me è stato , in cui Ann Sheridan interpreta una donna che deve rintracciare il marito prima che lo trovi un killer. Un bellissimo film che pochi conoscono. Grazie a questo restauro il pubblico lo potrà finalmente vedere come si deve”.

Com’è nata la sua passione per il salvataggio dei film?
“Agli inizi degli anni 70, andai a una proiezione di Quando la moglie va in vacanza il film di Billy Wilder, con Marilyn Monroe, ricordo che la pellicola era talmente rovinata e sbiadita che non si poteva guardare, la maggior parte del pubblico si alzò e uscì dal cinema. Nacque così la mia consapevolezza di quanto fragili siano i film su pellicola, e man mano che gli anni passavano, con enorme frustrazione e tristezza, ci siamo resi conto di quanto del cinema, soprattutto quello muto, era già stato perso. Questo mi ha portato a promuovere un tipo di pellicola più duratura e poi la creazione della Film Foundation”.

Non sarà a Bologna perché sta terminando il montaggio di “Silence”, vero?
” Sì. Il film è basato sul romanzo dallo stesso titolo dello scrittore giapponese Shusaku Endo. Parla di due missionari portoghesi che viaggiano in Giappone nel XVII secolo alla ricerca di un prete che è stato costretto a rinunciare alla sua fede cristiana. Nel cast ci sono Liam Neeson e Andrew Garfield, i miei amici Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo hanno realizzato la scenografia e la decorazione del set. Erano anni che volevo fare questo film, e finalmente ci sono riuscito”.

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