2 agosto, per la Procura di Bologna non c’è alcuna pista palestinese

La Procura di Bologna ha depositato al Gip la richiesta di archiviazione per le posizioni di Thomas Kram e Margot Christa Frohlich. I due ex terroristi tedeschi erano indagati per la strage della stazione del 2 agosto 1980, nella cosiddetta pista palestinese. 

L’ipotesi alternativa. La pista palestinese era un’ipotesi alternativa sulla verità giudiziaria sulla strage, che ha visto le condanne definitive per gli ex Nar Giuseppe valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini. Secondo le ricostruzioni dei sostenitori di tale pista alternativa, l’attentato alla stazione in cui morirono 85 persone e 200 furono i feriti, fu una ritorsione da parte del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) alla ‘violazione’ del cosiddetto ‘lodo Moro’. L’esistenza del ‘lodo Moro’ – il presunto accordo tra l’Italia e i palestinesi, secondo cui i palestinesi avrebbero potuto trasportare armi ed esplosivi in Italia in cambio di un’immunità dagli attacchi terroristici – non ha trovato alcuna conferma nelle indagini della polizia giudiziaria, nelle consultazione degli archivi dei servizi di sicurezza, né nella copiosa documentazione acquisita. 

I due personaggi. Kram e Frolich erano stati iscritti nel registro degli indagati nel luglio 2011. Oggi la richiesta di archiviazione, a un anno di distanza dalle dichiarazioni spontanee rese da Kram. Il tedesco, 66 anni, aveva ribadito la propria estraneità all’attentato, pur confermando di aver pernottato a Bologna tra l’1 e il 2 agosto 1980. Anche Frohlich, secondo una testimonianza che doveva essere vagliata dagli investigatori, in quei giorni era in città.

“Archiviazione? Era ora”. Per Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei famigliari delle vittime, la richiesta di archiviazione è il coronamento di un risultato atteso “da tanto tempo e che finalmente avviene facendo chiarezza su un’operazione che non aveva neanche la dignità del despistaggio, tanto era scarsa”. Ora Bolognesi si augura che “sia la volta buona” per individuare i mandanti della strage alla stazione.” Ad ogni modo- conclude Bolognesi, dialogando con l’agenzia Dire- la richiesta di archiviazione è una notizia fondamentale, perché si mette fine a una cosa cosa che non va da nessuna parte” negli sforzi di ricerca della verità.

Caccia ai mandanti. Ma se sta per essere girata la pagina della pista palestinese, non si ferma l’impegno dei magistrati per individuare i mandanti della strage. Resta, infatti, in campo l’inchiesta aperta nel 2011 dopo la consegna di due memoriali redatti dall’associazione dei familiari delle vittime dell’attentato. Centinaia di pagine stilate dai legali che assistono l’associazione e che prendono in considerazione oltre 50 anni di storia italiana. Per questo filone sono già state sentite numerose persone tra cui Licio Gelli, condannato per depistaggio sulla strage, e l’ex colonnello del Sismi Armando Sportelli.

Raisi: “Desecretare carte Toni-De Palo”. Non si rassegna all’archiviazione della pista palestinese Enzo Raisi, ex deputato di Fli,  che insiste con un appello al presidente del Consiglio Matteo Renzi perché il 28 agosto 2014, giorno della scadenza della copertura del segreto di Stato, siano messi on line sul sito del Governo tutti i documenti, secretati fino a quella data, relativi alla scomparsa di Italo Toni e Graziella De Palo, avvenuta in Libano il 2 settembre 1980 a poche settimane dalla strage alla stazione di Bologna. Per Raisi “è probabile che nei documenti riguardanti il loro caso, al momento ancora secretati, ci siano elementi che confermino che stavano indagando sul Lodo Moro e sulla trattativa-italo palestinese, visto che erano in quelle zone proprie per un’inchiesta sui palestinesi”. L’appello è stato sottoscritto anche dal magistrato Rosario Priore. 

Il 34esimo anniversario. Sabato Bologna commemorerà le 85 vittime della strage alla stazione. Il premier Matteo Renzi non ha potuto accettare l’invito del sindaco Virginio Merola e dei famigliari delle vittime; incaricato dal Governo a presenziare alla cerimonia è il ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

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