Bologna perde Umberto Eco, il suo illustre professore

BOLOGNA – La morte di Umberto Eco colpisce Bologna, la città che lo ha avuto come il suo professore più illustre. Il semiologo di fama mondiale era un simbolo dell’Alma Mater, il suo era un legame profondo con l’università e la città. “Le osterie e i portici, questo è uno degli aspetti più belli dell’università bolognese”, diceva. Eco, libero docente nel 1961 e in cattedra da ordinario nel 1975, ha insegnato Semiotica a generazioni di studenti: è stato uno dei fondatori del Dams – storica e gloriosa avventurapartita negli anni ’70 – e poi, in anni più recenti, del corso di laurea in Scienze della comunicazione: non più un laboratorio creativo ma cinque anni di studi con un forte taglio semiologico. Dal 2008 guidava la Scuola Superiore di Scienze Umanistiche dell’ateneo bolognese ed era professore emerito. Qui a Bologna l’università gli dedicò una festa intima e riservata per i suoi 80 anni.

Il cordoglio della città e dei suoi allievi. “Ci sono professori che sono resi famosi dall’Alma Mater e ci sono professori che rendono famosa l’Alma Mater: Eco era il primo tra questi”, ricorda l’ex rettore Ivano Dionigi, che con il semiologo ha condiviso l’avventura accademica. “Tra le mille cose da dire, una su tutte: la sua generosità verso gli studenti e la sua fedeltà all’Alma Mater. Tutte le volte che essa lo chiamava, lui rispondeva, lui c’era – continua Dionigi – Per me è stato un grande onore e un grande piacere dell’intelligenza averlo potuto incontrare e accompagnare a Bologna, a Pesaro e altrove. Oggi ci sentiamo tutti orfani”. L’università e la città. “Ci mancherai, mancherai a Bologna, ci mancherà il tuo ingegno, il tuo spirito, la tua libertà di pensiero, addio Umberto”, è il messaggio del sindaco Virgino Merola. Mentre il governatore Stefano Bonaccini lo saluta ricordando un passaggio de Il nome della rosa”: “Lascio questa scrittura…”. “La comunità accademica italiana e internazionale ha perso uno tra i più raffinati e apprezzati protagonisti”, riflette Romano Prodi. “Ho conosciuto Umberto Eco sin dai tempi del nostro comune impegno all’Università di Bologna e di lui oggi non solo voglio rammentare l’eccezionale contributo che ha saputo offrire alla scienza e alla letteratura, ma assieme ricordare la sua capacita di relazione empatica e immediata con gli studenti e il suo impegno costante come docente”.
Via tweet il cordoglio di Bologna, il saluto di professori e dei suoi allievi. “Scompare un uomo di cultura di grande spessore, attento ai mutamenti della società e gran cultore del valore delle parole e del peso che hanno nella vita quotidiana delle persone e delle comunità – scrive Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna – Il legame di Eco con Bologna, la sua Università e la comunità accademica e culturale, ha fatto grande e dato lustro alla nostra città”.
“Era il 1972 – scrive il mass mediologo Roberto Grandi –  Mi pare ieri. Grazie per i momenti belli che abbiamo condiviso”. Nei social lo piangono i suoi ex studenti, cresciuti con “Apocalittici e integrati”, ricordando le memorabili lezioni di Eco, affollatissime, nell’aula “III” di Lettere, in via Zamboni 38, l’aula storica del movimento studentesco: “Ciao prof”.

“Poco fa ha iniziato a piovere a Bologna – twitta l’europarlamentare Elly Schlein – Ci mancherà il suo sguardo sul mondo.”
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