Case Bologna, il sindaco: in arrivo uno stop ad Airbnb

Provvedimenti drastici in arrivo sulle licenze di Airbnb in centro storico, che potrebbero essere congelate dalla prossima primavera attraverso il decreto Unesco. Sono le novità annunciate ieri in SalaBorsa dal sindaco Merola alla presentazione dei risultati di HousingBo, l’indagine sulla condizione abitativa degli studenti. “A partire dalla primavera non si potranno più aprire Airbnb in centro – ragiona il sindaco – come abbiamo fatto per le licenze del commercio”.

Il punto, spiega il rirecatore Nicola De Luigi, è che in poco tempo sono coincisi due fenomeni: il boom degli studenti e quello dei turisti: “Bologna deve ripensare a cosa vuol far diventare il proprio centro storico: se un luogo gentrificato per turisti oppure un posto dove convivono soggetti diversi”.

Il sindaco ha anche annunciato che non ci sarà un nuovo aumento della tassa di soggiorno per gli Airbnb a Bologna. “Abbiamo riconsiderato l’aumento della tassa di soggiorno e abbiamo visto che non è efficace, perché l’Airbnb completa e non sostituisce l’offerta alberghiera per i turisti”. Ad ogni modo, afferma Merola, si tratta di un fenomeno da regolamentare meglio. Per questo a Palazzo d’Accursio si sta valutando l’utilizzo del decreto Unesco “anche per gli Airbnb in centro per calmierare il fenomeno e per diffonderlo in modo più equilibrato sul territorio. I numeri del turismo ci dicono che è giusto farlo”.

La valutazione è in corso e, se sarà possibile, il provvedimento potrebbe essere varato dalla prossima primavera. A partire da quella data non si potranno più aprire Airbnb in centro.

Per Coalizione civica, che si intesta la vittoria di questo provvedimento, si tratta di un “significativo passo avanti” ma allo stesso tempo “c’è ancora molto da fare”. Le parole di Merola testimoniano che “si avvicina la regolamentazione delle piattaforme turistiche” per gli affitti brevi, scrive Coalizione civica su Facebook, sottolineando di aver chiesto provvedimenti in questa direzione fin “da inizio mandato”. Una pressione esercitata in Consiglio comunale “attraverso odg, udienze conoscitive, interventi di inizio seduta e Question time”, continua il post.

Inoltre, “l’abbiamo fatto nelle strade partecipando a iniziative e flashmob, autenticando le firme raccolte da Pensare urbano per la convocazione dell’istruttoria pubblica che ci ha permesso di portare a casa un odg condiviso con altri quattro gruppi consiliari che chiedeva la regolamentazione delle piattaforme”, scrive Coalizione civica, concludendo cosi’: “C’e’ ancora molto da fare sul tema, non e’ la soluzione che abbiamo proposto”, cioe’ la formula “one home, one host”, pero’ si tratta di “un significativo passo avanti nella conquista del diritto alla casa per tutte e tutti”

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