Tracolli, beffe e sviste arbitrali: Bologna, cronaca di un mese tragicomico
BOLOGNA – Gli oscuri presagi vanno cercati in quel gol di Borriello al 92’ a Cagliari. Pareggio subito in pieno recupero, punizione dubbia, marcatore uno a cui s’era pensato in estate per poi essere scartato. Gli elementi c’erano già tutti. Ancora non sapevamo che poi sarebbe arrivato un febbraio nefasto in cui i tifosi del Bologna han dovuto digerire di tutto. Goleade, record negativi storici, beffe finali, errori arbitrali a raffica. Dice il detto che quando qualcosa può andare male, andrà peggio. Tra colpe proprie – tante -, altrui – col fischietto in bocca -, congiunzioni astrali, le ultime cinque partite del Bologna sono state una sequenza di episodi ai limiti dell’inverosimile. Il tifoso ci può sorridere, perché le ultime tre hanno prenotato il loro posto in B da mesi, chiedendosi cosa accadrà alla prossima. Ancora un po’ e resterà solo l’invasione delle locuste sul Dall’Ara.
4 febbraio, Bologna-Napoli 1-7
Al Dall’Ara vestito da festa arriva il Napoli, l’anno scorso battuto grazie alla doppietta di Destro – proprio lui – e già si pregusta un’altra impresa. Arriva, sì, solo che per i tifosi azzurri della San Luca. Loro assistono alla più larga vittoria esterna di sempre del Napoli, i rossoblù alla peggior sconfitta interna della storia del Bologna (c’è uno 0-6 dell’89 con l’Inter, vedete voi se dare più peso al gol in meno subito o a quello in più segnato). Comunque, tutti ai nipotini racconteranno “Io c’ero”. Donadoni in conferenza stampa avrà modo di dire che l’arbitro ha condizionato la partita, non sapendo cosa l’aspettava dietro l’angolo.
Uno dice, dopo una batosta del genere, per fortuna c’è l’occasione di voltare subito pagina: in settimana il recupero con un Milan claudicante, 4 sconfitte consecutive. Si può fare. Tanto più che stavolta il temuto arbitro Doveri porge una mano: Milan in dieci dopo mezz’ora, in nove dopo un’ora. Ok, ora si deve fare. Solo che a infrangere record il Bologna ci ha preso gusto. E allora non basta non produrre quasi nulla davanti, nel finale arriva il gol vittoria del Milan, prima volta che nella A a tre punti una squadra in doppia inferiorità numerica vince senza che fosse già in vantaggio. Impresa ulteriore, farsi fischiare da uno stadio sempre magnanimo.
Uno dice, dopo una batosta del genere, per fortuna c’è l’occasione di voltare subito pagina: in settimana il recupero con un Milan claudicante, 4 sconfitte consecutive. Si può fare. Tanto più che stavolta il temuto arbitro Doveri porge una mano: Milan in dieci dopo mezz’ora, in nove dopo un’ora. Ok, ora si deve fare. Solo che a infrangere record il Bologna ci ha preso gusto. E allora non basta non produrre quasi nulla davanti, nel finale arriva il gol vittoria del Milan, prima volta che nella A a tre punti una squadra in doppia inferiorità numerica vince senza che fosse già in vantaggio. Impresa ulteriore, farsi fischiare da uno stadio sempre magnanimo.
Più che il lunch match sembra già la siesta, zero occasioni, zero squilli, l’ormai abitudinale rigore negato. C’è tutto per una gara Barbosa. E infatti. Pioli nel finale butta nella mischia Gabriel Barbosa detto Gabigol, oggetto di scherno per tutta la stagione, uomo da un paio di minuti a partita e 30 milioni. Sugli spalti si toccano cose, sussurrando “Figurati se…”. Appunto. Nel post gara giù i paragoni: anche Ronaldo segnò il primo gol in Italia al Dall’Ara. Vabbè, se vi consola.
Si potrebbe pensare, vabbè le abbiamo viste tutte. E invece no. Stavolta c’è il gol del pari subito al 95’, da Ntcham, e giù post sadici, “il Bologna è ‘ntchampato” eccetera. Ma in fondo prendere gol all’ultimo minuto è beffa comune, figuriamoci per il Bologna che ha perso 15 punti negli ultimi 15’, altra statistica che questo mese ha reso leggendaria. Non basta, no, troppo lineare. E allora il colpo di scena
è tale che nemmeno Luciano Salce e Neri Parenti avrebbero potuto tessere intrigo più tragico per i loro Fantozzi. Perché l’ultimo giustiziere rossoblù non avrebbe nemmeno dovuto essere in campo. Il terzo cambio designato del Genoa, già in pieno recupero, era Pandev. Solo che il macedone dice no, io per giocare 2’ la doccia non la faccio. E allora Mandorlini ripiega su Ntcham. Dai, dicono i rossoblù, ormai questa la vintcham… Ah, no.