Nazra Film Festival: Uno sguardo sulla Palestina

Dal 27 al 29 settembre alla Casa del Cinema di Venezia (approdo San Stae) si terrà ad ingresso libero la prima edizione del Nazra Palestine Short Film Festival, la cui presentazione si è tenuta l’8 di settembre all’Hotel Excelsior del Lido di Venezia nell’ambito della 74a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Il festival viaggerà a Firenze, Roma, Bologna e Napoli per poi salpare per Gaza e Gerusalemme e Ramallah, in PalestinaAll’inaugurazione veneziana, alle ore 18.00 sarà presente come ospite speciale l’attore Moni Ovadia, mentre la giornata finale sarà allietata dalla presenza dell’Ambasciatrice di Palestina in Italia Mai Alkaila, Registi e attori dei corti parteciperanno alle giornate del Festival, che, nelle parole della curatrice Franca Bastianello “è nato con l’obiettivo di sostenere il valore del cortometraggio per riflettere su tematiche come la libertà, la giustizia, i diritti umani, la conoscenza, la pace, la multiculturalità attraverso forme di partecipazione, dialogo e riflessione sulla forma cinematografica e per incoraggiare (specialmente per quel che riguarda gli autori palestinesi) l’uso del cinema come mezzo di comunicazione ed espressione, in particolare da parte dei giovani“.
Nazra infatti è sorto dall’iniziativa di due importanti associazioni: Assopace Palestina Restiamo umani con Vik,ma è sostenuto anche da  Associazione Anèmic  (Firenze), EcoleCinema (Napoli), ArtLab (Gerusalemme), FilmLabPalestine (Ramallah), con il patrocinio dell’Ambasciata di Palestina in Italia e della Regione Veneto, della Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna, Regione Toscana, Comune di Firenze, Comune di Napoli Assessorato alla Cultura e al Turismo, il sostegno di Coop Alleanza 3.0 e la collaborazione amichevole del Festival Ciné-Palestine di Parigi.
lla domanda sull’importanza della partecipazione di Nazra al Festival di Venezia, la Presidente di Nazra Luisa Morgantini, già Vicepresidente del Parlamento Europeo, risponde: “L’importanza di questo Festival di corti sulla Palestina oggi, in un luogo simbolico come Venezia, luogo del cinema di eccellenza, dimostra il fatto che la Palestina è ancora ricca delle capacità, delle intelligenze e delle sapienze dei palestinesi. Per anni il cinema palestinese è stato rappresentante di massacri e guerre, ma oggi la nuova generazione di cineasti getta uno sguardo nuovo sul cinema, pur non dimenticandosi dei problemi esistenti. Fare cinema in Palestina oggi è difficile: viene sottratta l’acqua, i soldati israeliani distruggono gli strumenti di lavoro, censurano la creatività e l’intelligenza dei giovani palestinesi e la loro letteratura, il cinema, il teatro. Non si può passare da Betlemme a Gerusalemme, le ragazze non possono uscire, non ci sono momenti di libertà. I ragazzi giocano tra le case distrutte e fanno anche cinema: finiti i bombardamenti che hanno distrutto Shujayya i giovani hanno allestito un festival del cinema mettendo con grande ironia un tappeto rossosopra le macerie. La creatività dei giovani palestinesi è grande. Noi come Assopace Palestina vogliamo rompere lo stereotipo del palestinese terrorista o vittima mostrando un mondo di palestinesi che nonostante l’occupazione militare riesce ad esprimersi attraverso l’arte e il cinema. Si rompono gli stereotipi e non tanto per promuovere l’idioma locale dell’arte palestinese locale ma per promuovere uno sguardo e un dialogo internazionale. Ci auguriamo che questo Festival possa diventare stabile  anche per aiutare i giovani palestinesi e non che hanno partecipato“.
Ogni città ospita il Festival con modalità proprie e particolari: quali saranno le caratteristiche specifiche di Nazra a Roma?
 A Roma ci sarà la partecipazione delle scuole e si aprirà il dialogo con i cineasti e con gli studi di Cinecittà. Importante è la diffusione capillare di un Festival realizzato con pochissimi finanziamenti e moltissimo lavoro e disponibilità da parte dei volontari di varie associazioni con l’appoggio di molte regioni. Spesso si tratta di patrocinio senza finanziamenti, ma questo conferisce maggiore credibilità a questo Festival,: mi auguro che questi film siano poi proiettanti anche al di fuori di Nazra e che si aggiungano altre città al circuito esistente. La Palestina è parte di questo circuito ma si pensi, riguardo alla condizione dell’arte palestinese, che i film sono stati visti a Gaza da due membri della giuria che però non possono uscire di là per partecipare al Festival perché non hanno dato i visti“.


Una testimonianza ci giunge da Kami Fares, regista e autore del video promozionale del Festival. Kami è per metà palestinese e per metà italiano. Nato a Spoleto e vissuto a Roma, si diploma al Dams di Bologna, all’Accademia di Cinecittà e frequenta la NY Film Academy e la sua famiglia è tuttora profuga in Giordania: “Nel 2014 mi sono recato con il passaporto italiano in Palestina, per girare un documentario nei luoghi dov’è nato mio padre e da dove sono stati sfollati i membri della mia famiglia. Sono stato arrestato a Tel Aviv e fermato per 11 ore senza che ci fosse una scusa ufficiale: mi hanno portato in un centro accoglienza come “immigrato” irregolare e poi deportato e bandito dal paese prima per 10 e ora per 5 anni. Si è trattato di un ridicolo tentativo d’intimidazione. Sto montando ora il materiale girato allora, in fase di post produzione: ciò che può sembrare una sconfitta può diventare un’opportunità. 
Infatti faccio parte del gruppo che ha pensato il festival come luogo dove superare stereotipi della narrazione, perciò nel Trailer ho evitato di ripetere vecchie informazioni e pregiudizi e ho utilizzato il politically correct e il luogo comune per ricostruire un’idea di Palestina. Il bambino nel film tira la pietra, ma solo per giocare: la giustizia dev’essere per tutti“.


Stefano CasiArt Director del Festival e referente per Bologna (9-15 ottobre) afferma che in realtà le direttive del festival sono state condivise e che un comitato di selezione ha scelto i 24 corti. “La cosa che mi interessa dire è che questo è un vero festival di cinema, che privilegia la qualità dello sguardo (Nazra) cinematografico e la capacità d trovare il modo giusto di raccontare temi forti. E’ cinema politico: come si può raccontare la Palestina? L’occupazione, l’apartheid la guerra le discriminazioni, la realtà interna del paese? Gli autori, di ogni nazionalità, hanno scelto un ampio ventaglio di possibilità: dal dramma alla commedia, dall’apologo surreale al cinema d’animazione dallo spot al videoclip, tanti generi esplorati con una grande attenzione al tema e alla narrazione. Abbiamo avuto la fortuna di ricevere opere di qualità e alcune partecipazioni importanti: tra i selezionati ci sono studenti di cinema e anche nomi importanti come l’israeliano Guy Davidi, che ha ricevuto una nomination agli Oscar per il miglior documentario; oppure c’è un corto, Ave Maria che è arrivato alla nomination agli Oscar come miglior cortometraggio. All’interno di questo festival vi sono autori ebrei e israeliani, ma nessuna produzione israeliana: Il festival ha nel suo nome la parola Palestina e per la narrazione israeliana la Palestina non esiste.
Emerge in alcuni corti l’aspetto dell’animazione, che ha la capacità di raccontare liberamente il reale ad un altro livello, poiché, con uno scarto poetico di rara efficacia, riesce a smaterializzare i problemi  e narrare l’inenarrabile.
Il Festival di Bologna sarà diffuso nella città, e distribuito nelle tre sale cinematografiche KinodromoBellinzona e Cineteca di Bologna come anteprima del Festival Terra di Tutti, che è un festival internazionale del GVC (Gruppo Volontariato Civile) cui partecipano paesi arabi, africani, orientali sul tema comune della Terra al di là dei confini di appartenenza“.
 

Ave Maria, del regista Basil Khalil (da Riccardo Antoniucci), selezionato per sezione Look from Palestine (Palestinian author) Courtesy Nazra Film Festival

Sabrina Innocenti, dell’associazione École cinéma di Napoli , presiederà all’ultima tappa italiana del Festival: “L’ evento è patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, da Film Commission – Regione CampaniaDonne in neroComunità Palestinese CampaniaCentro Provinciale per l’ Istruzione degli Adulti della città di Napoli, e Carcere Femminile di Pozzuoli. Il Festival si svolgerà nell’arco di tre mattinate, dal 18 al 20 ottobre, al Palazzo delle Arti di Napoli, dedicate ai giovani studenti e immigrati.  La giuria sarà composta da giovani. La premiazione avrà luogo sabato 21 ottobre nella Sala del Capitolo a Piazza San Domenico maggiore, alla presenza di Luisa Morgantini di Assopace Palestinae Franca Bastianello di Restiamo Umani con Vik e dei registi: inoltre vi sarà il premio giovani e quello Corti Dentro dato dalle detenute. Parteciperanno 3 scuole con 80 ragazzi al giorno e gli universitari per il giurì giovani. Tra i film finalisti ci sono documentari, fiction, film di autori palestinesi e non, animazione per ragazzi.
Per la serata finale la Comunità Palestinese di Napoli organizzerà assaggi di cucina araba palestinese con musiche e musicisti della tradizione palestinese“.
Ritorniamo infine a Franca Bastianello, curatrice di Nazra e della tappa veneziana del Festival: ” Il progetto è sorto dall’idea di far vedere con occhi di persone di cultura ed esperienze diverse una realtà che si può coniugare con temi sensibili come quello della cultura dei diritti umani, dando voce a chi ha meno voce: la popolazione giovanile palestinese che si trova in situazione difficile da tanti anni. Non solo non c’è lavoro ma non c’è libertà personale in un paese sotto occupazione. Con il cortometraggio si può fare cinema con pochi mezzi, quindi il nostro tentativo è quello di dare voce al popolo dei giovani autori palestinesi nell’eccellenza della loro arte e ad altri punti di vista sulla Palestina da tutto il mondo.

Condividi:Il nome “Nazra” è infatti la parola araba che significa sguardo, che vorremo rendere libero e alla portata di tutti. Molte associazioni culturali, cinematografiche, attivisti dei diritti umani hanno aderito, ognuno con la propria disponibilità a questo festival autofinanziato. Si tratta di un Festival diffuso, con adesione da varie città e questo ci dà la misura di quanto il progetto sia vincente e interessante. Ci sono molte città che attendono di ospitare Nazra, tra cui MilanoTorinoBrescia e le attiveremo non appena usciremo dalla prima edizione, in una realtà differente per ogni città. Tra quelle scelte, c’è chi premia il documentario, chi la fiction, chi le donne: ci sono molti modi per ospitare il festival. I giovani autori possono così girare per i circuiti alternativi. Anche chi ha poca disponibilità economica può fare un cortometraggio che abbia valore e da questi corti emerge la capacità di questi registi, di dire tutto in poco tempo.
Venezia ha tenuto le fila della prima edizione, Qui abbiamo pensato di fare una classica giornata di proiezione di corti e i premi di 5 sezioni:  fiction, autori palestinesi, autori non palestinesi e Documentari palestinesi e non e Sezione sperimentale (videoclip, animazione, cortissimi). La Casa del Cinema, luogo storico del cinema a Venezia, ci ospiterà per le giornate dal 27 al 29 settembre dalle 18 alle 20,la prima serata in compagnia di Moni Ovadia e l’ultima serata con autori e personalità di spicco. Un momento allegro della premiazione sarà quello del premio Vela di Nazra e del piccolo premio di un artista italiano che vive in Portogallo, Jerry Bogani , che ha messo a disposizione una sua opera per ogni vincitore. I numeri ci hanno dato ragione: siamo conosciuti in ogni pare del mondo: Italia, America, Israele, Inghilterra, India e Germania.
Dopo Napoli, il Festival partirà per Gaza CityGerusalemme (forse) e Ramallah a dicembre. A Gerusalemme, per mancanza di fondi, ha chiuso l’Artlab dove i palestinesi studiavano arte, video e comunicazione, però non si esclude un’altra sede e collaborazione..
Hanno partecipato a questa edizione 1200 film, di cui 75 selezionati, 24 i finalisti e 5 saranno premiati“. Della giuria fanno parte per la Palestina l’attore e regista Mohammad Bakri  e i registi Sahera DirbasNaim Mahmoud Al Khatib e Jamal Abu Al Qumsan. Per l’Italia: la giornalista e già presidente dell’Agenzia Italia-Cinema Luciana Castellina, la regista e produttrice Monica Maurer, il regista e documentarista Andrea Adriatico e il promotore di manifestazioni cinematografiche Massimo Vattani. Per questo festival di partecipazione sono previste inoltre giurie popolari,

Fonte ART IN ITALIA 

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