Via Fondazza diventa un’esposizione a cielo aperto

Chi un po’ più titubante e chi con un grande sorriso di approvazione, alla fine però tutti coloro che si trovano a passare per via Fondazza si fermano e chiedono che cosa accada. Da domenica la strada è stata tappezzata di foto, manifesti e poesie: una vera galleria curata dell’associazione culturale “Tutto in un punto”, promotrice dell’evento, con la supervisione di Anita Bianco. L’evento si chiama “Muri di versi”, sorto dalla collaborazione tra Social street, realtà cittadina fin dal 2013 e “Tutto in un punto”, associazione di sole donne volta alla promozione culturale.

“Esistiamo da settembre – dice Anita – all’attivo abbiamo già un discreto numero di eventi tra cui una rassegna teatrale, Spunti di vista, tutt’ora in corso al teatro S. Salvatore, e Muri un evento letterario alla Biblioteca Ruffili”. E di muri si tratta, non metaforici ma reali, dal momento che Anita e Luigi Nardacchione, co-fondatore di Social street insieme a Federico Bastiani, hanno invitato una serie di realtà giovani e indipendenti per creare in via Fondazza un’esposizione a cielo aperto. Passeggiando lungo il porticato si incontrano ragazze dell’Accademia di Belle Arti intente a pitturare su appositi pannelli, il M.E.P. (Movimento per l’Emancipazione della Poesia) e le riviste letterarie Fischi di Carta e Fornofilia & Filatelia, tutte nate dagli ambienti universitari, e il fotografo Giuseppe Greco.

Alla presentazione del progetto hanno partecipato inoltre il giovane cantautore di scuola genovese Matteo Murgia e il gruppo teatrale Compagnia Inesistente, insieme hanno realizzato uno spettacolo di lettura e musica culminato poi nell’esibizione di Murgia, sottofondo sonoro ai lavori ferventi lungo tutto il colonnato della via. “Tutto in un punto è l’ideatore, Social street si è impegnata per collaborare a livello pratico – sorride Nardacchione – abbiamo aiutato i ragazzi con i permessi del Comune e poi a livello strettamente tecnico, montando i fili tra le colonne, fornendo attrezzi e quant’altro, ma soprattutto sensibilizzando i residenti ad una partecipazione attiva, questo è il vero scopo di Social street”.

E così in effetti è stato: la popolazione residente ha accettato di buon grado di trasformare la strada in una galleria a cielo aperto rispondendo all’iniziativa con entusiasmo; c’è chi ha fornito scale per agevolare il lavoro, chi bottiglie per rinfrescarsi e chi, come Marco Betti della copisteria Copy System, si è offerto di fare l’intero lavoro di stampaggio per le foto. L’esposizione resterà aperta per un mese, ma l’intento, una volta esaurito il tempo, non è certo quello di andarla a smembrare: “strappate pure tutto, purché lo teniate con voi. Rubare poesia è un atto nobile” recita un cartello all’entrata della via. Un regalo questo, dunque, che resta alla fruizione degli abitanti e non solo.

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